giovedì 18 settembre 2008

PER NON DIMENTICARE ... MAI!

Cercherò d’esser beve, ma difficilmente ci riuscirò, sono troppe le emozioni nel mio cuore ferito e forse questo raccontarvi la mia storia potrà servirmi.
Non mi sento esente da colpe, anzi, mi sento responsabile di tutte le mie azioni, ma questo non toglie che certi “SGARRI” non me li merito.

E’ capodanno 2006/07 e mi ritrovo in una delle tante feste fatte in casa con amici. Nel primo pomeriggio del 31 ho saputo per telefono da un amico, che lei sarebbe stata presente, avrebbe preso parte alla festa. Questa telefonata mi aveva proprio mandato su di giri, tant’è che le lasagne che stavo preparando, risultarono poi ottime.
Arrivo alla festa in anticipo, per aiutare il padrone di casa a preparare il tutto, le birre volano via, una dietro l’altra, ma non sortiscono nessun effetto perché la mia testa è rivolta verso lei e anche verso quel mio carissimo amico, il quale in quei giorni, usciva con lei).

Poi sento il campanello, molti degli invitati erano già li, ma il mio 6° senso mi dice che è lei! Mi affaccio dalla cucina e sbircio Fabio mentre va ad aprire la porta e scopro che il mio 6° senso aveva ragione. Subito quegli occhioni, quello sguardo, mi fecero sentir le formichine.
Era ormai ovvio, ero completamente cotto di lei.
Ci sfioriamo un paio di volte prima di trovarci in una stanza con le gambe attorcigliate tra loro e le labbra fecero il resto.

PANICO, MOLTO PANICO

Penso al mio amico, mi sento una merda.
Fumo una sigaretta e trovo la forza d’andare da lui … gli chiedo di fare due parole.
Usciamo sul balconcino e lui subito mi dice “Pippo, stai tranquillo, già so, vai liscio come l’olio … ti dico una cosa, ho sempre avuto l’impressione che tu e lei foste fatti l’una per l’altra”
Ste, un grande amico, ma io continuo a sentirmi in colpa.

Da qui inizia un grande amore!

Passano pochi giorni e ci ritroviamo io e lei sul divano di casa sua e confesso tutte le mie emozioni, tutto il mio amore per lei, le racconto come ho vissuto i nostri primi 3 incontri, lei mi racconta la sua versione e le vibrazioni si sentono nell’aria. Ancora oggi a pensarci, mi si blocca la bocca dello stomaco, i miei globuli scazzottano … insomma, emozioni forti.
Capisco che è amore, ma ho paura.
Paura di renderla infelice, paura di non poterle dare ciò che un UOMO di 31 anni dovrebbe dare alla propria compagna, a partire da una certa sicurezza economica.
In quel periodo non avevo un lavoro, venivo da un’esperienza negativa di 1 anno e mezzo a Como, e ancor prima, di 6 anni all’estero (questa invece molto positiva).
Decido di dirle che tipo di paure avevo dentro ma lei mi tranquillizza, mi dice di non preoccuparmi che prima o poi mi sarei sistemato e tutti questi pensieri non sarebbero più esistiti.
Ma poi iniziano le prime litigate, i primi fraintendimenti,le prime richieste.
La sua, quella di poter avere la libertà di frequentare altri uomini senza di me, e per un uomo del sud pieno di paure come me, non comprendevo questa necessità, la fraintendevo. Perché senza di me? Questo sicuramente è stato il mio primissimo errore.

Andiamo avanti fino al mio mese di nascita, ma non è una festa, anzi, è un incubo. Prima l’incidente in macchina nel quale lei si frattura un braccio, una brutta frattura, che la costringe in casa per mesi, le impedisce qualsiasi cosa …
Ma questo è nulla a confronto e quello che la vita le riserverà qualche giorno dopo, una grave perdita, inaspettata, insopportabile.
Secondo mio errore. Mi sono concertato a non farle mancare nulla, avevo ormai ripreso a lavorare da due mesi, le faccio da mangiare, le lavo i piatti e le preparo la caffettiera con i soliti bigliettini d’amore, in modo tale che quando si risvegliava la mattina, trovasse un po’ d’affetto!
Ma le discussioni continuano, discussioni stupide: sul come lavo i piatti o su come sistemo le stoviglie nello sgocciolatoio. E io le do corda, non capendo che quelle polemiche, quelle sgrida erano frutto del dolore che lei provava per tutto quello che le stava succedendo. Sono stato uno stupido, e so che questo non mi giustifica, ma non mi ero trovato mai in una situazione del genere, non sapevo come comportarmi e reagivo ad ogni discussione, mettendomi la giacca e sbattendo la porta dietro di me. Poi mi ritrovavo in macchina con gli occhi pieni di lacrime…..

Passano i mesi e le giornate si alternano tra momenti indimenticabili, unici, e giornate decisamente negative.
Il suo braccio è quasi tornato in forma, la riabilitazione continua e i progressi si vedono, ma qui ancora una volta, il mio 6° senso mi allerta.
Perché nonostante il braccio rotto, lei si ostina ad andare in ufficio, sempre più frequentemente? Non mi sembrava il caso … Mi insospettisco, ed ecco l’ennesimo mio errore. Un pomeriggio sono in ufficio, penso a questa situazione e decido di entrare nella sua e-mail box.
Li trovo quelle mail scambiate con il suo caro collega (del quale io non conoscevo neanche l'esistenza), mail che non sono semplicemente amichevoli, ma c’è dell’altro.
Mi casca il mondo addosso, mi sento ferito e tradito!
La mia impulsività non mi permette di tenermi dentro per qualche ora questo mio dolore, allora la chiamo e le chiedo chi sia questo xxxxxxx.Subito nega, e io mi scaldo ancora di più e nell’unico momento di lucidità ci diciamo che ne avremmo poi parlato a cena.
Vado da lei, piango e le chiedo spiegazioni.
Senza urla, senza comportamenti infantili lei mi spiega ed io ascolto.
Mi chiede perdono e giura di non avermi tradito … mi promette che non mi avrebbe mai più nascosto nulla del genere, ma mi avrebbe coinvolto, avremmo affrontato assieme queste situazioni delicate.
Le credo, le dico che l’amo e andiamo avanti. Nei mesi seguenti questo collega non sarà più tale, gli scade il contratto e la notizia mi tranquillizzò (come se fosse la sua presenza il problema).
Passa poco tempo, con altre discussioni inutili e mi ritrovo una sera inginocchiato di fronte a lei, ancora una volta piangendo, chiedendole perdono per i miei comportamenti impulsivi, per tante mie reazioni.
Passano i mesi, siamo a Marzo 2008 quando un giorno vado sul sito web dell’azienda per la quale lavora. Sono curioso di vedere la pubblicazione di un lavoro che lei aveva preparato, un lavoro che le aveva portato via molto tempo e sacrifici, ma da questo sito, scopro che lui era tornato. Me lo nascose!

ANCORA PANICO

Perché non me ne parlò?
Ne riparliamo ma questa volta le dico basta, un’ennesima verità nascosta … non posso più accettarlo. Ma lei non ci sta, mi dice che non sapeva come avrebbe dovuto comportarsi. Era confusa e spaventata.
Le credo, l’amo e andiamo avanti. Dopo qualche mese parliamo di una possibile convivenza, forse ci sarebbe servita per capire qual cosina in più di noi stessi e dell’altro, ma non ci arriveremo mai! Ero felice, sicuro che questa convivenza sarebbe stata la soluzione di tanti nostri problemi.

Una sera usciamo con il suo amico parrucchiere e i suoi amici, ceniamo e ci accorgiamo che la serata era stata appena rovinata da alcuni comportamenti infantili, ma stavolta non eravamo noi i responsabili.
Terminiamo la cena e ci avviamo in macchina verso un locale, lei mi chiede di guidare e le lascio il posto, ma non riesce a far partire l’auto, intasiamo il traffico e li decido di riprendere io il volante.
Per tutto il tragitto mi accusa di non darle soddisfazioni, mi urla contro e cerco di farla calmare, ma troppo è stato il vino, lei non si calma e mi scaldo anch’io.
Da quella sera per alcune settimane non ho più avuto notizie di lei, ma torna il 6° senso, ho paura che stia commettendo un grossissimo errore. Il sabato la cerco, ovunque, ma non la trovo, allora faccio lo stesso la domenica e nel tardo pomeriggio finalmente riesco a vederla.
Parliamo e viene fuori il peggio, ha passato la notte con uno di quegli amici del parrucchiere ...
Sono distrutto.
Ma ci voglio riprovare avendo la consapevolezza che se non fossi riuscito ad accettare tutto questo, questo riprovarci non sarebbe servito a nulla.
Nel frattempo le discussioni sono sempre più animate, lei mi mette le mani addosso, più di una volta, e purtroppo cado anch’io in questo gravissimo errore.

Qui finisce la nostra relazione e qui termina anche questo blog ...

lunedì 15 settembre 2008

giovedì 11 settembre 2008

Incrocio ... pericoloso

... e con oggi sono tre consecutivi.


Ho come l'impressione che questo incrociarsi non sia casuale. Lo scopriremo tra poco ...


martedì 2 settembre 2008

Non ce la faccio più ...

Sono a pezzi ... non trovo neanche le parole per descrivermi oggi.

Non riesco più a far nulla, se non inzupparmi il cervello d'alcool e hashish. Sono le uniche cose che mi permettono di non pensare, di non fantasticare. Si, probabilmente non è la cosa giusta da fare, ma parlare con uno sconosciuto, seppur sistemato su una comodissima poltrona, proprio non mi riesce.

A tratti odio tutti (me per primo), a tratti odio solo lei, poi, però, mi manca, tanto, troppo, e non importa se faccio questo o quello, non riesco ad addormentarmi con altri pensieri in testa, non riesco a svegliarmi con altri pensieri in testa. C'è sempre e solo lo stesso pensiero ... come starà?

Vorrei poter scambiare quattro chiacchiere con lei, vorrei poter riavvicinarmi a lei, ma so che è impossibile, e so che ci sono state troppe cose, veramente troppe, ed oggi, guardando una sua foto, mi viene solo da piangere.

Non riesco a sorridere, non gioisco neanche più quando faccio i miei giri in moto,quando sono in compagnia, con delle persone che mi vogliono bene ... proprio non ci riesco, non riesco neanche a fingere, non sono mai stato bravo a fingere!

Non riesco proprio più a darmi un senso, ma forse non ho un senso.
Sto malissimo, e, anche se mi viene detto, la vita va avanti, morto un papa se ne fa un'altro, io proprio non ci riesco: vorrei solo poter sparire, rinare, con altre vesti, azzerando i miei ricordi, azzerando tutto, per poter ricominciare a rifarmi una vita ... ma questo è impossibile.

Mi manca il fiato, ho un vuoto, esattamente tra i polmoni e la gola, un vuoto che mi sale su, fino al cervello ... questo vuoto è immensamente ingombrante.